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Formazione Universitaria Internazionale: il contributo della John Cabot University alla crescita dei giovani


Nel cuore di Roma, dove si intrecciano storia e cultura, sorge una realtà accademica che rappresenta un ponte tra mondi: la John Cabot University. In una recente intervista con Riccardo Pace, la professoressa Silvia Carnini Pulino, Associate Professor of Business Administration e Director della Frank J. Guarini School of Business, ha condiviso riflessioni profonde sul ruolo della formazione universitaria nel mondo contemporaneo.


Un’università americana nel cuore d’Italia

Fondata nel 1972, la John Cabot University si distingue per la sua vocazione internazionale e per la capacità di attrarre studenti da ogni angolo del globo. La multiculturalità non è solo una caratteristica, ma il cuore pulsante della sua identità accademica. “Questo è uno spazio sicuro per il confronto costruttivo di idee, anche tra studenti provenienti da paesi in conflitto tra loro,” spiega la prof.ssa Pulino. Un ambiente accogliente e stimolante, dove il dialogo e il rispetto reciproco sono strumenti fondamentali di apprendimento.


Educare alla cittadinanza internazionale

L’obiettivo dell’università va oltre l’insegnamento disciplinare. “Formiamo cittadini consapevoli, curiosi e responsabili,” sottolinea Pulino. Le sfide della società odierna, segnata da stress geopolitici e transizioni rapide, richiedono capacità critiche, empatia e adattabilità. L’esperienza universitaria alla John Cabot mira quindi a formare individui pronti a vivere e contribuire attivamente a una società globale.


Preparare i giovani al lavoro che cambia

In un mondo del lavoro in continua trasformazione, l’università si confronta con il compito di trasmettere competenze durature. La prof.ssa Pulino distingue tra competenze "primarie", come il pensiero critico, la visione sistemica e la capacità relazionale, e competenze "secondarie", più tecniche e soggette a obsolescenza. “Il nostro ruolo è insegnare ad imparare,” afferma. L’università diventa così un laboratorio di lifelong learning, dove le discipline accademiche sono strumenti per comprendere il mondo e affrontarne i cambiamenti.


Trattenere talenti in Italia: una sfida cruciale

L’Italia è spesso teatro della cosiddetta "fuga di cervelli", ma la John Cabot offre un caso inverso: studenti stranieri che scelgono di rimanere nel nostro Paese. Le ragioni? Il valore delle relazioni umane, la ricchezza culturale, e un certo stile di vita che conquista. Tuttavia, permangono ostacoli: burocrazia complessa e un mercato del lavoro poco accessibile. “Servirebbero politiche più snelle per attrarre competenze internazionali,” propone Pulino, suggerendo anche un ripensamento dei sistemi fiscali e delle opportunità di accesso.


Un percorso vocazionale maturato nel tempo

Alla domanda su cosa l’abbia spinta verso l’insegnamento, la professoressa Pulino condivide un detto polinesiano: "Non sei tu a trovare l'isola, è l'isola a trovare te." Dopo oltre vent'anni di carriera nel business, ha scoperto nella formazione la sua vera vocazione. “L'educazione è la chiave per risolvere molti dei problemi del mondo moderno,” afferma con convinzione.


Consigli ai giovani: identità, curiosità, relazioni

Ai giovani in cerca di direzione, Pulino consiglia di partire da una solida conoscenza di sé stessi: valori, passioni, obiettivi. Questo diventa la bussola per scelte consapevoli. Poi, mai smettere di imparare. Infine, mettere al centro i rapporti umani. “Sono la cosa più importante nella vita,” conclude, consapevole che l'autentica realizzazione passa dalla qualità delle relazioni che costruiamo.


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